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l'Illumanesimo 

L'Illumanesimo è come una freccia: innocua, come i momenti di benessere sociale, se riposta nella feretre, che fa un passo indietro, come le società in crisi, ma solo per prepararsi a scoccare, e scocca al momento in cui serve colpire, come le società che si riscattano andando verso nuovi obiettivi. Anche l'Illumanesimo, però, come la freccia, ha necessità che qualcuno che lo "tenda", prenda la giusta mira e la scagli, altrimenti sbaglia bersaglio e rischia di perdersi nel nulla.

Se parli a qualcuno di Illumanesimo ( sempre che prima di parlarne si sia capito di cosa si sta parlando ) e non ti capisce, probabilmente significa che sei sulla buona strada perché sai che gli stai proponendo sicuramente qualcosa di veramente nuovo, inimmaginabile, rispetto alla sua attuale cultura. Se poi cercherà anche di combattere le tue idee, questa sarò una ulteriore conferma che sei nel giusto, perché la sua reazione dimostra che stai veramente mettendo a rischio la tranquillità e la quiete che la tradizione e l'abitudine gli garantiscono senza chiedergli di essere capite.

Parafrasando Giordano Bruno possiamo e dobbiamo dire che non sappiamo quando, ma sappiamo che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare una cultura che riporti l'individuo al centro dei valori della vita, ma il massimo che potremo fare è il porre dei semi di qualcosa di nuovo, di una nuova cultura, che fiorirà, inattesa, improvvisa, solo quando il potere si illuderà di aver vinto definitivamente.

Pertanto, voler parlare di Illumanesimo oggi è come aver tentato di parlare di Illuminismo nel medioevo: come minimo rischiavi di finire al rogo allora, come rischi di finire in manicomio oggi.

Ma questo non ci ferma, e il dubbio se parlare o non parlare, oggi, di prospettive filosofico/culturali come quelle ipotizzate dall'Illumanesimo non può nemmeno prescindere dal fatto che le sue basi sono alquanto complesse da definire, e non proprio di facile accettazione. Sicuramente possiamo affermare che il percorso seguito fino ad oggi da questa filosofia esistenziale è stato, anche per me che ne conosco la motivazione "originale",  tra i meno comprensibili. Il tutto nasce all'interno di un contesto che definire difficile da prendere in considerazione sarebbe dire poco, ma le origini di tutto questo, rispetto alla qualità e al valore di quello che oggi ci ritroviamo tra le mani, diventano giocoforza poco significative, e nemmeno così interessanti.

A metà degli anni 40 del secolo scorso un gruppo di amici, tutte persone culturalmente abbastanza "normali", all'inizio quasi per gioco, e in modo abbastanza casuale in seguito, si sono ritrovati a discutere e approfondire una nuova filosofia esistenziale molto più alta e strutturata di qualsiasi cosa che ognuno di loro, preso singolarmente, sarebbe stato mai in grado di esprimere. Ma dopo qualche tempo dal loro inizio hanno dovuto prendere atto che da quei loro incontri stava progressivamente emergendo una vera e propria filosofia esistenziale di alto livello. Una filosofia esistenziale molto ben strutturata logicamente che ha alla base una precisa impostazione teorica intorno al senso  della vita. Logica che già da sola , fin dall'inizio, riusciva a qualificare in positivo tutto quello che veniva detto in quegli incontri. Logica che ha resistito, senza mai vacillare, a 70 anni di messa sotto "processo",  nei quali mai è stata messa in crisi. Questo nonostante tutti i tentativi fatti da molte persone, e la disponibilità di tutte le parti in causa a sottoporsi a tentativi di discredito.

Di quel lungo lavoro oggi disponiamo di una significativa raccolta di materiale (più di 1200 ore di registrazioni audio e più di 15.000 pagine dattiloscritte), ma solo dopo una sua approfondita disamina nel merito si potrà entrare con cognizione di causa all'interno di una discussione di questa piattaforma culturale. Per farlo servirà quindi trovare prima il coraggio di affrontarne le basi, evitando di giudicare ciò che non si conosce solo perché lo si ritiene non degno di considerazione in base alla sua origine o in base a come è stato trattato e considerato fino ad oggi. Per parlare di Illumanesimo in modo serio serve quindi ripartire da quel materiale trovando però il coraggio e la capacità di farlo lasciandosi dietro le spalle tutti gli errori del passato. Cosa molto difficile a faticosa, e non è detto che ad oggi vi siano persone con le caratteristiche adatte a questo lavoro. Chi pensa di averne le qualità, le necessarie competenze si faccia avanti; il lavoro non gli mancherà.

E' necessario farlo perché l'Illumanesimo è prima di tutto una base, un concetto su cui poggiare tutte le idee che l'uomo si porta dietro intorno al senso della vita, ed ai relativi concetti e convinzioni intorno ai comportamenti che un senso esistenziale ha come riflesso sui comportamenti e sulle scelte individuali.

Buon lavoro a chi, oggi o domani, vorrà partecipare a questa avventura per il futuro.

 

Roberto Mucciarini

Il simbolo dell'Illumanesimo

 

 

 

 

Il Simbolo dell'Illumanesimo è composto da una costante matematica e una energetica. la costante matematica, il Pi greco, che è una costante matematica che l'uomo ha impiegato qualche millennio a definire nel suo esatto valore. Quella costante è circondata da un simbolo dell'energia, la base di tutta la realtà.

 

Il pi greco, come si può vedere, è stato leggermente modificato al fine di richiamare anche una "A"- Andrea - per chi lo conosce -, che è la base e la fonte primaria di tutta la filosofia illumanista.

 

Se vogliamo essere anche un pò pignoli, il simbolo del pi greco può richiamare anche le lettere I e L.  - la sua parte sinistra richiama la I e quella destra la L -, cioè le prime due lettere dell'Illumanesimo.

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