Il teorema esistenziale dell’Illumanesimo e il pensiero del nostro tempo
Viviamo in un'epoca in cui la filosofia sembra aver smarrito il coraggio metafisico, rifugiandosi spesso nel linguaggio dell’analisi, nel dubbio sistematico e in una ragione che, pur potente, si è fatta sorda alla totalità del senso. È in questo contesto che si staglia la proposta filosofica de L’Illumanesimo, che non si limita a riformulare le domande classiche, ma elabora un teorema esistenziale capace di offrire una nuova architettura concettuale, fondata sull’unità sostanziale tra Dio e Realtà, sull’autonomia dello Spirito e sulla funzione esperienziale del corpo.
Questa filosofia nasce da una tensione dichiarata verso la profondità, quella che oggi sembra mancare in molta parte del pensiero contemporaneo. Non si tratta di nostalgia per sistemi metafisici perduti, ma della volontà di restituire alla filosofia la dignità della verità ultima, acceduta non solo tramite l’intelletto, ma attraverso una conoscenza intuitiva, esperienziale e logica allo stesso tempo.
A differenza del pensiero dominante, che tende a relativizzare il senso dell’esistenza, o a delegarlo al soggetto in un orizzonte privo di fondamento, L’Illumanesimo afferma che ogni Spirito è portatore di un programma evolutivo iscritto nella struttura stessa dell’universo. Il senso della vita non è una costruzione arbitraria, ma un cammino individuale verso la riconnessione con l’origine assoluta, che non è Dio inteso teologicamente, ma l’Idea Assoluta, la Realtà-Infinito.
In questo senso, il teorema de L’Illumanesimo si pone come alternativa radicale al triplice scoglio dell’epoca attuale: il relativismo materialista, che riduce l’uomo a un aggregato di processi; il nichilismo, che svuota ogni significato; e l’estetica del non-senso, che trasforma la vita in performance senza fondamento.
La proposta è chiara: superare la scissione tra corpo e Spirito, tra materia e coscienza, tra scienza e metafisica, recuperando una visione integrata della vita e dell’universo. Non si tratta di tornare alle certezze dogmatiche, ma di avanzare oltre la soglia della filosofia debole, con una nuova forza logica, esperienziale e spirituale.
La contemporaneità potrà accogliere questa proposta? Forse non ancora. Ma come ogni vero atto filosofico, L’Illumanesimo non cerca approvazione: cerca di ampliare il concetto stesso di verità. È una sfida al pensiero del nostro tempo e, insieme, una chiamata rivolta a chi sente che la coscienza ha bisogno di radici più profonde e ali più ampie.
Roberto Mucciarini
Il simbolo dell'Illumanesimo
Il Simbolo dell'Illumanesimo è composto da una costante matematica e una energetica. la costante matematica, il Pi greco, che è una costante matematica che l'uomo ha impiegato qualche millennio a definire nel suo esatto valore. Quella costante è circondata da un simbolo dell'energia, la base di tutta la realtà.
Il pi greco, come si può vedere, è stato leggermente modificato al fine di richiamare anche una "A"- Andrea - per chi lo conosce -, che è la base e la fonte primaria di tutta la filosofia illumanista.
Se vogliamo essere anche un pò pignoli, il simbolo del pi greco può richiamare anche le lettere I e L. - la sua parte sinistra richiama la I e quella destra la L -, cioè le prime due lettere dell'Illumanesimo.
