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Il manifesto
DELL'illumanESIMO

 

 

 

                                        Proposte del movimento culturale illumanista

Un nuovo movimento culturale non può nascere se non esiste la necessità di cambiamento. Nel contesto attuale, è evidente la necessità di cambiamento. Questo desiderio di evoluzione, visibile in vari ambiti della nostra vita, segna l'inizio di un viaggio verso nuove prospettive. Tuttavia, i legami con le tradizioni sono ancora forti. In questa fase storica, possiamo quindi concentrarci sul raccogliere idee, pensieri e contributi culturali da chi desidera partecipare alla creazione delle basi di un movimento che, per ora, chiameremo Illumanesimo. Questi riferimenti potrebbero costituire le fondamenta per un futuro movimento culturale. Tuttavia, questo percorso sarà possibile solo attraverso una serie di aggiustamenti spontanei e grazie alle future revisioni che saranno apportate, in ossequio alle effettive necessità culturali, da coloro che verranno dopo di noi.

Premessa


Un nuovo movimento culturale non può nascere da una proposta, ma solo dalla necessità. La necessità di cambiamento, espressa dall'uomo attraverso la spinta verso la conoscenza, è una condizione naturale e spontanea che lo accompagna giorno dopo giorno, vita dopo vita, generazione dopo generazione, fin dal momento in cui è diventato essere autocosciente.

Questo ci dà la certezza che domani saremo diversi da oggi, sia nei fondamenti culturali a cui facciamo riferimento, sia in quelli filosofici entro cui ci muoviamo. Lavorare per questo cambiamento, quindi, non rappresenta una velleità o un'utopia, ma è piuttosto un contributo essenziale a un processo naturale.

L'Umanesimo è stato un movimento culturale che è stato preceduto dalle necessità di autonomia e di riscatto dal feudalesimo e dalle tradizioni oscurantiste medioevali che impedivano la valorizzazione dell'individuo.


L'Illuminismo è nato dalle idee scaturite dalla rivoluzione scientifica del XVII secolo, che attraverso quel movimento culturale e filosofico ha inteso dare spazio alla spinta intima dell'uomo, alla sua "necessità" di rivalutarsi come soggetto e portatore di ragioni del soggetto.

Quello che qui definiamo Illumanesimo nasce dall'idea che, oltre a quanto promosso da quei movimenti, oltre a recuperare gli aspetti positivi caduti in disuso, si possa e si debba fare qualcosa di più e di meglio: riconoscere all'uomo la qualifica di portatore di qualità superiori, individuali ed esclusive. Qualità indipendenti sia dal contesto sociale che da quello culturale in cui l'individuo nasce e si sviluppa. Tale riconoscimento emerge non solo attraverso un percorso razionale di riqualificazione personale e di una rinnovata consapevolezza del valore individuale, ma si radica profondamente nell'accettazione collettiva di un paradigma esistenziale innovativo.

La cultura, sia quella individuale che quella sociale, si forma sempre in seguito a complicatissimi e lenti processi di sedimentazione progressiva, ed è sempre il risultato di un intricato intreccio di convinzioni, comportamenti e necessità, sia fisiche che interiori. I cambiamenti culturali, invece, avvengono sempre quando le spinte delle necessità interiori diventano prevalenti rispetto alle consuetudini dei comportamenti e delle convinzioni. Infatti, le convinzioni, i comportamenti e le consuetudini sono sostenuti e alimentati nelle tradizioni, e tendono a conservarsi disperatamente e tenacemente, il tutto sempre in nome di un presunto bisogno dell’uomo di restare fedele al proprio passato.

Psicologicamente, questo attaccamento al passato è reale, ed i cambiamenti fanno sempre paura perché lasciano intravedere nuovi cammini, dei quali non si riescono a scorgere chiaramente né gli obiettivi né i risultati. Tuttavia, in alcuni momenti storici, in questa paura si intrufola uno strano germe: il germe dell’insoddisfazione. Esso inizia a corrodere la paura dall'interno, e rendendola sempre più debole lascia affiorare strane e sconosciute necessità interiori. Necessità che iniziano a modificare, deformare e indebolire sia le convinzioni che i comportamenti. Un processo che, se il momento è quello giusto, se questa esigenza è sufficientemente diffusa, trova la forza per affermarsi. Si avvia così un processo che sembra essere molto meno lento di quello della formazione della cultura e delle tradizioni, e assume molta più forza degli altri due messi assieme.

Generalmente, sono i giovani a guidare l'innovazione, cercando di infrangere le barriere delle convenzioni. Tuttavia, senza un preesistente ammorbidimento delle tradizioni e dei preconcetti culturali, anche il loro slancio può incontrare ostacoli significativi. Il cambiamento culturale è un processo che può essere anche doloroso, specialmente per le persone meno giovani. Tuttavia, un dolore può diventare anche un piacere se lascia intravedere la possibilità di riuscire a soddisfare quegli strani bisogni intimi che intuiamo essere la causa delle nostre frustrazioni, delle nostre insoddisfazioni e degli stress quotidiani. Grazie a quella consapevolezza, arriva allora il momento in cui un numero sempre maggiore di individui inizia a prendere coscienza di quelle necessità, che diventa condivisione con altri che manifestano gli stessi bisogni, e il processo di cambiamento si innesca naturalmente e dilaga. All'inizio, questo processo avviene in modo caotico, scomposto, ma essendo sostenuto dalla speranza comune di riuscire a inquadrarne in modo sempre più chiaro sia le cause che le modalità di dargli risposta, in un numero sempre maggiore gli uomini si lasciano allora scivolare dentro quel cambiamento e verso il nuovo, e lo faranno con sempre minor diffidenza, fino a farlo proprio.

Oggi si parla spesso del nichilismo tra i giovani e li si addita come individui che crescono senza valori. In realtà, questo giudizio è solo il risultato del fatto che non ci rendiamo conto che loro hanno i loro valori, ma che sono diversi da quelli "tradizionali". Inoltre, i giovani sono costretti a portare questi nuovi valori in un sistema sociale che li osteggia, li combatte e fa di tutto per cercare di metterli a tacere o omologarli a sé stesso. Allora, preferiscono scegliere strade diverse, anche perché sono cresciuti in un contesto che non li ha resi sufficientemente forti e non li ha predisposti alla “battaglia” o ad essere in grado di ingaggiare conflitti diretti con quelle culture e quelle tradizioni. Fanno parte di una generazione, di generazioni che preferiscono evitare lo scontro invece di ingaggiare una guerra aperta con i protettori delle culture e delle tradizioni. Purtroppo, questo avviene anche per inconsapevolezza psicologica del problema e a causa di una subdola forma di assuefazione ad un sistema che sta riuscendo a farli sentire comunque partecipi di un falso nuovo. In questa condizione sociale di "benessere" materiale, evitano così di entrare in conflitto aperto con il vecchio e sono portati a vivere alcuni nuovi valori solo nel privato. Finiscono così per chiudersi e quando ci riescono portano nel sociale solo il loro esempio, che spesso viene rifiutato. Così facendo, evitano però anche il tentativo di portare il valore teorico e filosofico di quel nuovo, e questo li espone al nichilismo. Gli esempi sono comunque un forte strumento di cambiamento, e quindi non è detto che questo sia un metodo completamente sbagliato. Infatti, può valere più un esempio di mille idee.

Dunque, adottare la strategia di veicolare il nuovo nella società tramite l'esempio è valida. Tuttavia, non dobbiamo sottovalutare il rischio che, in assenza di solidi riferimenti filosofici, tale approccio possa rimanere marginale per un tempo eccessivamente lungo.

Questo manifesto ha “la pretesa” di iniziare a gettarne le basi.

I riferimenti culturali e filosofici dell’Illumanesimo

(elenco aperto, modificabile, integrabile o riducibile a seguito della discussione )

1 - Riconoscere la parte qualitativa della coscienza e la loro origine non materiale.

 

L'uomo ha raggiunto un livello di conoscenza di sé che gli impone di riconoscere, culturalmente, l'esistenza di valori e qualità superiori nella coscienza umana. Sarà inoltre necessario dimostrare che questi non sono semplici epifenomeni del cervello. Questo riconoscimento non dovrebbe limitarsi a ricordare che l'uomo è più di un semplice animale, come è ovvio, ma dovrebbe andare oltre, trasformandosi in una realtà culturale, rendendo le qualità superiori una conoscenza concreta, singolarmente identificate e indagate. Il loro riconoscimento deve diventare un modello per ridefinire i concetti di interiorità, necessità individuali e comportamenti. Da ciò, nel tempo deriverà la necessità di ridefinire anche le regole sociali, le leggi e i modi in cui definiamo le norme etiche e morali. Questi atti, regole e comportamenti dovrebbero riflettere queste qualità superiori, diventando un'acquisizione intima e parte della cultura della futura umanità. È ancora presto per prevedere il percorso attraverso il quale sarà possibile raggiungere questo obiettivo. Il percorso più naturale potrebbe essere quello di una filosofia che si riappropri del ruolo di ridefinire un diverso paradigma esistenziale, l’aspetto metafisico della realtà e la condizione umana in senso materiale, andando oltre il trascendentale. Inoltre, sarà necessaria una scienza che ampli il proprio orizzonte di indagine, abbracciando un modello che includa l'aspetto logico/scientifico-deduttivo, offrendo un supporto alla filosofia per convalidare nuove “verità”, come descritto al punto 8 di questo manifesto. Comunque, il percorso reale potrebbe essere anche molto diverso e, al momento, imprevedibile. Questo, tuttavia, è un dettaglio che non compromette il nostro obiettivo, che è di quello di dare inizio a un percorso, e la destinazione non è di nostra competenza.

 

2 - Ogni individuo ha il diritto di esprimere la propria morale, che contribuisce all'etica sociale quando si allinea a quella degli altri.

 

Ogni persona è unica e irripetibile, e deve avere il diritto di manifestare i valori fondamentali della propria coscienza morale, nel pieno rispetto di questo diritto per tutti. La morale privata è un rapporto diretto con la propria anima, che nessuna etica collettiva dovrebbe poter giudicare o condizionare. Questo diritto porta con sé anche il dovere di riconoscerlo a tutti. La morale individuale è un elemento personale che si riflette nel sociale solo attraverso ciò che ogni uomo porta nella comunità. L’etica diventa così la somma delle morali individuali, che non dovrebbe mai interferire con il privato delle persone.

 

3 – Riconosciamo all'uomo il ruolo di soggetto portatore di specificità individuali, che possono essere espresse senza giudizio sociale.

 

Il terzo punto, derivante direttamente dal precedente, sottolinea la necessità di riconoscere non solo formalmente, ma sostanzialmente, la prevalenza dei diritti individuali sui doveri sociali. Con "valore individuale" intendiamo il diritto di esprimere le proprie esigenze intime, che rappresentano per ciascuno dei veri e propri valori. Ogni persona dovrebbe poterlo fare liberamente, indipendentemente da ogni altra influenza esterna. Riconoscere le necessità individuali significa poter esprimere queste unicità nella famiglia, nel lavoro e nella comunità di appartenenza, aspettandosi non un giudizio, ma un riconoscimento, un diritto. Così, non vivremmo più dietro le maschere delle convenzioni, ma con autenticità, mostrando la sostanza di ognuno.

 

4 - Riconoscimento dei valori di forte valenza morale ed etica per rifondare l'identità psicologica e sociale dell'individuo.

 

In questo periodo storico, la filosofia ha il "dovere" di riacquistare il proprio ruolo: quello di definire i futuri valori e i riferimenti teorici fondamentali per la comunità umana. Questi valori sono un elemento essenziale dell'essere umano. La decadenza di questi valori e la riduzione della loro presenza nella psicologia individuale, soprattutto quelli di natura morale ed etica, causano un senso di vuoto psicologico e un deterioramento dei rapporti interpersonali e collettivi. Inoltre, se i pochi valori residui non si focalizzano più sull'individuo e sulla sua psicologia, ma piuttosto su interessi diversi, l'identità psicologica dell'uomo ne risente. L'identità si ricostruisce solo attraverso la riappropriazione di un pensiero filosofico di base, utile solo se incorpora nuovi concetti.

 

 

5 - Riconoscimento della necessità di precisare meglio i modelli formativi, finalizzandoli maggiormente sulle necessità individuali.

 

Il compito della formazione del futuro sarà quello di occuparsi maggiormente e prioritariamente della crescita individuale. Si dovrà dare maggiore attenzione alla crescita caratteriale, alla capacità critica, allo sviluppo psicologico e all'abilità di identificare, con maggiore anticipo e precisione rispetto a ora, le inclinazioni e le peculiarità individuali, fondamentali per guidare le scelte personali. Inoltre, sarà importante lavorare sul rafforzamento dell'autostima e della propensione a porsi obiettivi esistenziali e sociali, i propri sogni e anche i propri limiti. Bisogna insegnare e gestire in modo più efficace, tenendo conto delle diverse capacità psicologiche e fisiche individuali, le emozioni, lo stress e le relative cause, oltre a sviluppare la capacità di identificare, con maggiore spirito critico e obiettività, i rischi presenti nei modelli sociali. In questo contesto, diventerà essenziale prendere consapevolezza dell'importanza, della necessità e della determinazione richiesta per garantire pari diritti a tutti. La filosofia, la psicologia e le scienze umane dovranno svolgere un ruolo chiave nella definizione dei nuovi modelli formativi.

 

6 - Riconoscere ai mezzi di informazione il ruolo di strumenti di formazione.

 

Riconoscere l'implicita responsabilità formativa dei mezzi d'informazione, ovvero TV, radio, giornali e internet in tutte le sue forme, è un dovere urgente e imprescindibile.

 

Naturalmente, sarebbe un grave errore se questi mezzi d’informazione assumessero il ruolo ufficiale di formatori, di maestri sociali, di portatori autorizzati di una qualsiasi idea di società e dei relativi valori. I mezzi d’informazione dovrebbero essere, e restare, solo strumenti per raccontare e informare, e non per formare.

 

Al di là dell’ufficialità, questo non significa che proprio a causa della loro potenza finiscano per diventarlo. La potenza di convincimento che li caratterizza, anche loro malgrado li trasforma in potenti strumenti in grado di determinare vere e proprie convinzioni collettive. Questo li trasforma automaticamente in mezzi socialmente determinanti, e come tali richiedono un’attenzione particolare. Oggi ancora di più, i mezzi d’informazione si sono trasformati in strumenti in grado di sostituire persino gli strumenti classici attraverso i quali fino a pochi anni fa venivano formate e diffuse l'etica e la morale. Questo motiva la necessità di una nuova presa di coscienza nei loro confronti, diversa dal passato, e rende necessaria e urgente una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei mezzi d’informazione.

 

Da parte di chi ha in mano questi strumenti, si cerca di evitare in ogni modo l’assunzione di questa responsabilità, nascondendosi proprio dietro il falso mito della loro non responsabilità formativa. Ma questo non è più possibile, soprattutto quando si prestano a diventare strumenti d’opinione di fazioni o singoli soggetti. Così, da un lato cercano di scaricare la responsabilità, dall'altro utilizzano la loro forza.

 

È indispensabile che il settore dei mezzi d’informazione, da quelli più vecchi a quelli più recenti, prenda atto e si auto-responsabilizzi maggiormente, mettendo in campo strategie di autocontrollo. Diversamente, sarà compito della politica il farsi carico di un problema così rilevante. In caso contrario, ogni tentativo formativo messo in campo da altri soggetti, come la famiglia e la scuola, rischia di fallire.

 

7 – La filosofia e la scienza devono tornare a stimolare una nuova discussione intorno a nuovi metodi d’indagine ontologica sull’uomo.

 

La filosofia, abbandonando la metafisica, ha da tempo perso il proprio ruolo di strumento per la formazione del pensiero esistenziale. Riteniamo sia giunto il momento in cui dovrebbe riappropriarsi della metafisica, ma abbracciandone prevalentemente la parte umanamente indagabile, e quindi non solo trascendentale. Tutto il discorso esistenziale contenuto nella proposta illumanista si svolge su un piano metafisico legato a ciò che è l’uomo e non solo allo spirito, consentendo proprio questo nuovo tipo di approccio.

 

Dal canto suo, la scienza, proprio grazie alla specificità di questo approccio sull’uomo e non sullo spirito, potrà esplorare nuove forme di indagine basate su modelli logico-deduttivi più ampi, finalizzati a validare realtà fisiche, anche quando derivano da elementi astratti. Insieme, queste due discipline possono incoraggiare persino la ricerca di un nuovo paradigma esistenziale, basato su ciò che è realmente l’uomo, e su fondamenti filosofici più coerenti al nostro tempo.

 

Questo rinnovato rapporto riassegna alla filosofia il ruolo originario, dove era ancora la madre della stessa scienza. La ricerca scientifica, invece, allarga la sua indagine all’uomo nella sua forma ontologica, contribuendo così anche all’approfondimento filosofico attraverso un modello d'indagine più ampio e completo.

 

Il mondo ha bisogno di un nuovo paradigma esistenziale e di una nuova ricerca ontologica in grado di supportare un nuovo senso della vita, e solo questi due ambiti di studio della comunità umana possono stimolare un vero e proprio nuovo ambito di ricerca in questa direzione.

 

8 – Riconoscere che alcuni valori, sia laici che religiosi, coincidono, al di là dei significati dogmatici.

 

I valori fondamentali delle culture umane coincidono quasi sempre; sono neutri, privi di qualsiasi connotazione che li definisca in termini laici o religiosi. Non è pertinente domandarsi se valori quali la vita, la libertà, la tolleranza, la solidarietà, la famiglia, la giustizia sociale e privata, la pace, la morale e l'etica siano laici o religiosi. Tali valori sono universali e diventano culturali perché contribuiscono alla stabilità psicologica individuale e alla coesione sociale. Pertanto, dovrebbero essere apprezzati per il loro intrinseco valore, sia in contesti laici che religiosi.

 

In ossequio a questo principio di neutralità, l'obiettivo dovrebbe essere quello di ripulirli da ogni valenza di parte, riconducendoli alla loro essenzialità e utilità insostituibile nella società, e non utilizzati come valori di questa o quella fazione.

9 – Sarà importante riconoscere la necessità di richiamare gli individui a un maggiore impegno civile e alla discussione sui valori.

 

È evidente che il nostro tempo soffre di una sorta di fuga dal dovere dell'impegno civile e dalla discussione sui valori fondamentali che ci guidano come società. Questo è preoccupante, considerando l'importanza della partecipazione attiva di tutti nella definizione dei valori sociali e della creazione di un mondo migliore per le generazioni future. È quindi essenziale che il settore educativo prenda l'iniziativa nello stimolare un maggiore impegno civico e la riflessione sui valori, soprattutto tra i giovani, che sono il futuro, non solo nostro, ma soprattutto il loro. Solo così potremo costruire una società più giusta, più sostenibile e più umana per tutti.

 

10 – Sarà necessaria la presa di consapevolezza dell’importanza di apprendere il linguaggio dell’anima.

 

Ognuno dei punti precedenti riguarda un ambito specifico: la scuola, la politica, la famiglia ecc. Ciascuno di questo attori deve svolgere il proprio ruolo, possibile solo se l’umanità si porrà, prima di tutto, il tema dei motivi che spingono a una così profonda riflessione sul rapporto tra l’uomo e la sua esistenza.

 

Il mondo vive da secoli dentro una specie di bolla culturale, che solo negli ultimi due secoli, e in particolare negli ultimi decenni, ha iniziato a mostrare le prime crepe. Tuttavia, il nuovo percorso culturale non può basarsi solo su elementi materiali, come lo sviluppo industriale, il benessere, la tecnologia o l'aumento del livello culturale. L'aspetto fondamentale da considerare è quello intimo di ogni individuo. Ciò sarà possibile solo se inizieremo a comunicare con un nuovo linguaggio: il linguaggio dell’anima. Tale linguaggio potrà essere compreso e applicato solo attraverso un rinnovato concetto di umanità.

Roberto Mucciarini

10.02.2024

Nota fuori manifesto:

La prima stesura di questo documento risale al mese di Luglio 2011. Il manifesto resterà aperto a tempo indeterminato, cioè soggetto a possibili successive modificazioni. Questo, perché l’Illumanesimo, per sua natura, è un processo in costante divenire che richiede una continua rimodulazione nel tempo finanche per la stesura del suo manifesto.

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