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Perché hanno fallito?

Perché l’#illuminismo ha fallito, e prima di lui l’#Umanesimo, in particolare quello secolare.

La risposta è abbastanza semplice. Ogni epoca ha necessità di una filosofia esistenziale adeguata e coerente al livello delle necessità che si muovono nella società, e per quei movimenti era giunto il tempo della decadenza. Ma questa decadenza aveva anche dei motivi di fondo della filosofia stessa: L’illuminismo ha fallito a causa della pretesa che tutti fossero nelle condizioni culturali di usare in modo sufficientemente preparato la ragione e la critica, e che tutti fossero in grado di saperle esprimere e saperne pretenderne l’uso. Non era e non è stato cosi. Infatti, come quasi sempre accade quelli che promuovono i movimenti culturali sono quasi sempre quelli che si trovano in una condizione di istruzione e conoscitiva di dimensione medio alte, e dalla loro posizione e facile ipotizzare che anche tutti gli altri uomini si trovino nella stessa situazione, e con le stesse potenzialità. Ma quasi sempre è una valutazione sbagliata. Infatti, molto spesso nelle fasce meno acculturate questa potenzialità è solo teorica, e la capacità di esprimere e sfruttare a pieno la capacità di critica e la ragione non c’è, e non si realizza. Per questo una cultura come l’Illuminismo non poteva che fallire, perché non si è mai preoccupata a sufficienza, e prima di tutto di consentire a queste fasce sociali di crescere come uomini e culturalmente. Invece, nel lungo periodo molte delle fasce sociali più basse sono state lasciate nell’ignoranza e nella debolezza critica, e l’Illuminismo è rimasto una bella teoria in mano a pochi ceti culturali. Poi, quei pochi hanno anche scoperto che questo gli andava bene, che ne riuscivano persino a trarre vantaggi, e tutto è stato fatto cadere nel cassetto dei sogni mai realizzati compiutamente. Non si è provveduto a cambiare la formazione finalizzata alla crescita, si è preferito lasciare in vigore modelli formativi classisti, e tutto è Caduto.

L’Umanesimo invece ha commesso due errori. Il primo, quello definito secolare, ha commesso l’errore di pretendere dall’uomo l’abbandono totale della metafisica e dell’esigenza di una relazione con il “mistero della vita” ( un po lo stesso errore commesso oggi dalla filosofia) , pretendendo dall’uomo l’abbandono di ogni supporto “mistico”, puntando tutto solo sull’uomo come unico riferimento esistenziale. Questa è stato impossibile perché l’uomo è ben altro che se stesso, e non sarebbe mai riuscito a liberarsi della propria interiorità mistica. Mentre il “secondo” Umanesimo, quello dei secoli successivi, ha commesso l’errore completamente opposto: ha riconosciuto il diritto ad avere una fede, ma assegnando questa possibilità consegnandola alle confessioni organizzate, come la chiesa cattolica e derivati, o alle fedi secolari, le quali ne hanno fatto una dependance dei dogmi e dei doveri, svuotando ogni valore umanista che riconosceva a ogni individuo il diritto di autodeterminazione, e riempiendo l’Umanesimo quasi esclusivamente a quei dogmi e doveri. Cosi, ogni principio e ogni diritto umanista ad essere individuo, ogni riferimento ontologico è stato subordinato a quei vincoli; per giunta riconoscendone l’indimostrabilità come valore. E l’Umanesimo si è trasformato in qualcosa più utile alle confessioni che all’uomo. Anche in questo caso ogni idea di crescita individuale è stata bandita dai modelli formativi, a vantaggio del diritto a essere guidati persino nella scelta del senso della vita.

L’#Illumanesimo è invece una filosofia esistenziale che intende riappropriarsi di ciò che di buono c'era, e ancora c'è, nelle idee sia umaniste che illuministe originarie. Per farlo ritiene indispensabile mirare ad un uomo libero fino in fondo, ma responsabile anche dei propri doveri reciproci, e soprattutto preoccupandosi di mettere in campo modelli formativi e di crescita utili a dare agli uomini prima di tutto gli strumenti necessari per esprimere ragione e critica. Senza questa condizione, diffusa e praticata, sarebbe impensabile riuscire ad avere individui consapevoli delle differenze di ognuno, e della “missione” che ogni uomo si assume nascendo: conoscere e vivere il mondo. E come ultimo, ma non ultimo, render e l’uomo consapevoli che il mezzo più organizzato e meglio attrezzato per farlo è la formazione e la ricerca, quella individuale e quella scientifica, e l’esperienza diretta, vissuta, di ogni necessità individuale.

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