top of page

L'incontro

A volte ti illudi di aver trovato un filosofo "metafisico", ma ascoltandolo ti accorgi che non è proprio così; ma va bene lo stesso. ( https://www.youtube.com/watch?v=u8LeosNTmIs )

E’ il caso del filosofo Massimo Cacciari. Però, a lui dobbiamo prima di tutto rendere merito del fatto che in molte occasioni ha affrontato un tema molto spinoso, quello del rapporto tra filosofia, metafisica e scienza, e nel nostro periodo storico e in prospettiva futura, possiamo dire subito che è tra i pochi, pochissimi a cercare di spronare la scienza perché riesca a trovare un maggiore coraggio di collaborazione con la filosofia, e la filosofia a ritornare a parlare di metafisica.

Quindi una posizione importantissima in un’epoca in cui proprio la filosofia è morta. Però, quello che non quadra nell’esposizione di questa indubbia necessità è ciò che lui intende per metafisica. La sua è una posizione più che legittima, naturalmente, ma parla di metafisica e la mette in rapporto esclusivamente con il termine “con”, con il termine collaborazione, ed esclude a priori qualsiasi possibilità di sviluppo diverso. Anzi, sembra escluderlo categoricamente. Infatti, nonostante faccia riferimento al massimo dell’oltre possibile: l’essere, l’io cosciente di se stesso e unico fronte opposto proprio al fisico, sembra ridurlo sbrigativamente al solito epifenomeno della materia, e da quella posizione chiede una “collaborazione” di indagine e di confronto alla scienza.

Ma questa è una limitazione, un modo per suggerire di discutere ciò che già si sta discutendo nelle neuroscienze, per giunta con lo stesso pericolo di riduzionismo a priori. E se dato il momento storico sia comprensibile, e forse anche utile onde evitare un automatico rifiuto, dal punto di vista illumanista auspicherebbe, prima di tutto teoricamente, un po' più di coraggio.

Naturalmente questa è un banalizzazione di un tema molto complesso, e che richiede ben altri approfondimenti. Ma vuole essere più uno sprone in questa direzione, e soprattutto un richiamo alla scienza ad accogliere la sfida proposta dal Prof. Cacciari.

La logica e il suo sviluppo possono e devono avere dei presupposti chiari e condivisi, ma non possono e non devono avere degli a-priori conclusivi che condizionerebbero quell’incontro, ma né la debolezza dei primi, né gli ostacoli posti dai secondi devono impedire quell'incontro.

bottom of page