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La fine della corrente

Il più grave dei danni che la società subisce dalla fine di un determinato pensiero filosofico-metafisico è quello di aver approcciato la ricerca basandosi sempre ed esclusivamente sull’elemento uomo.

Questo è un danno che la filosofia, in particolare il ramo metafisico di questa, sopporta da sempre. Perché, allorquando i grandi filosofi, tutti i grandi filosofi, e ve ne sono stati tanti, hanno concluso il loro “lavoro”, quelle che sono state le loro scuole di pensiero, le correnti, gli studi che avevano portato avanti, hanno cessato di esistere, e con loro è finita, per così dire, la ricerca, lo sviluppo di quella specifica corrente. Ciò che è rimasto di quei movimenti, al di la del mantenimento delle specifiche conoscenze raggiunte dal suo promotore, il tutto si è sempre basato e limitato al ricordo di quanto avevano già fatto quelle grandi menti.

La causa di questi blocchi, la fine dello sviluppo di queste scuole, dello sviluppo fruttuoso di questi studi, sta nel fatto che tutto si basava soltanto sull'elemento uomo, colui che l’ha promossa, prescindendo dalla sua personalità effettiva, almeno quella rivolta laddove sarebbe possibile svolgere investigazioni enormi, grandiose, prescindendo dalla figura del filosofo e delle sue “qualità”.

Che cosa succede a queste ricerche? Purtroppo si compiono sempre gli stessi errori. Quelli che dovrebbero occuparsi di portare avanti quei filoni, quelle ricerche, finiscono per diventare addirittura i più grandi nemici di quelle stesse scuole. Spesso non capiscono nemmeno molto di quello che stanno studiando. Non hanno le idee molto chiare su ciò che bisognerebbe fare, in che direzione sarebbe utile indagare, o non sanno assolutamente orientarsi su quello che converrebbe prospettarsi per il futuro. Non hanno neppure molta coscienza di quello che fanno; molti vengono, vanno, tornano, non sanno neppure loro in che cosa continuare e cosa fare. Alcuni insegnano, raccontano, i più “temerari” cercano di interpretare, ma non sanno cosa studiare o in che direzione farlo. Quello che hanno, l’unica eredità vera rimasta loro è la parola, ma il vero tesoro, il vero valore che non possono indagare è ciò che stava dietro quel filosofo, quel capofila di una filosofia.

Ovviamente, prendere coscienza di questo non servirebbe a cambiare le cose del passato. Gli errori fatti restano. Ma sarebbe preziosissimo per il futuro. Continuare a lasciarci travolgere dalla “superficialità” delle sole parole già dette, continuare ad accontentarsi della loro fiammella incantatrice, per quanto preziosa, significherebbe persistere nell'errore. Speriamo di riuscire, anche in filosofia, ad andare oltre, a staccare la ricerca dalle sue fonti, e riuscire a non continuare a farle essere l’unico riferimento, l’unica strada di indagine. Auguriamoci di imparare che la strada della futura ricerca, anche e soprattutto quella filosofico metafisica, come in ogni altro ambito umano, riesca ad andare oltre l’uomo, oltre la sua personalità, e riesca ad indirizzarsi anche verso la sua astrazione, le sue qualità superiori. E questo, sempre, rispetto a tutti gli uomini e in tutti i campi di indagine.

La storia dell’uomo è lastricata di correnti di pensiero morte. Ma quella stessa storia è stata possibile, sempre e solo, grazie proprio a quella parte di se o trascurata, o relegata dentro correnti e canali che a quella ricerca hanno fatto più male che bene. Come detto, di solito a causa di quello smarrimento in cui si sono sempre ritrovati i “seguaci” di ognuna di queste. Spesso per incapacità oggettiva, ma a volte anche per il troppo attaccamento alla sola fonte fisica che quelle parole ha prodotto. Lasciando cadere, sempre, per tutte quelle morti, la ricerca intorno all'unico aspetto sempre presente, ed ancora oggi tutt'altro che morto: la parte astratta dell’uomo che tutte quante le ha prodotte.

Inoltre, c’è un ulteriore aspetto della questione che spesso porta a distrarre questa ricerca, ed è quello intorno agli effetti che ognuna di quelle filosofie hanno prodotto nelle rispettive società. Un classico esempio l’abbiamo sotto gli occhi nel nostro periodo storico. Infatti, ormai da troppo tempo la filosofia ha espulso da se ogni indagine intorno alla metafisica. Questo ha lasciato il campo libero al solo mondo tecno-economico/finanziario, ma anche all'esclusività materialista, e molta, troppa filosofia, cercando di recuperare un ruolo nella società, pensa di poterlo fare attaccando frontalmente questi effetti, e non riappropriandosi delle cause che li hanno determinati. Un altro grande e gravissimo errore.

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