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L’interpretazione delle Leggi.

Nessuna società, e in modo particolare quella moderna, complessa e in costante cambiamento, potrebbe sopravvivere, a se stessa e agli uomini, senza regole.

La mancanza di regole condivise, assieme alla possibilità che alcuni soggetti dell’organizzazione sociale minino quella condivisione, possono farla entrare in crisi. A volte bastano anche pochissimi di questi per accelerare questo processo di decadenza.

Le regole sociali possono essere sia scritte che non scritte (queste ultime generalmente si esprimo più attraverso i vari livelli “culturali”). Ma, tutte devono rispettare un principio cardine, quello del loro riconoscimento e dalla loro condivisione. Il riconoscimento e la condivisione servono a limitare i conflitti sia in ambito giuridico che di convivenza civile sul piano "etico sociale".

In questo periodo storico abbiamo assistito e assistiamo a molte forzature sul versante delle leggi non scritte. Questo è un chiaro segnale che esiste una forte necessità di cambiamento. Una necessità che passa attraverso la sempre più frequente "trasgressione", e/o alla messa in discussione dei "valori " che fino a poco tempo fa erano accettati e condivisi da larghissime maggioranze. Questo è un processo naturale e indipendente, a cui tutti possono contribuire, e tutti possono farlo con pari opportunità ( naturalmente, sul versante possibilità il problema è un po più complesso, e in parte legato al discorso che faccio sotto)

Sul versante delle leggi, della loro applicazione, e le necessarie interpretazioni, si soffre un problema analogo. Cioè, anche le Leggi soffrono le influenze e le necessità del cambiamento. Più forte è quella necessità, tendenzialmente più altro sarà il loro numero. Questo può avvenire, o nel tentativo di riuscire ad “accontentare” il maggior numero di persone possibili, o in quello, più comune, di limitare quella tendenza innovatrice; l’istinto a tentare di salvare quanto più possibile del passato e sempre molto presente e molto forte. Sempre più leggi, quindi, e spesso sempre più distanti dalle reali necessità delle persone.

Rispetto alle Leggi di cui una società si dota, esiste anche un un'ulteriore problema: il problema legato alla loro interpretazione.

Come già detto, quando una società adotta delle Leggi, non potendo oggettivamente avere una legge per ogni testa, queste finiranno per diventare lo specchio medio della società; ma anche questo è un aspetto che rientra in quel concetto di condivisione sociale.

Ma, oltre a queste “mediocrità”, "positive" o "negative ', per le Leggi si aggiunge il problema sul lato della loro necessità di essere interpretate. La parte più delicata di questo aspetto è, senza dubbio, quella legata alla necessità di affidarne, spesso, la parte interpretativa a singoli individui, o comunque ad altri uomini, i quali non sono mai esenti dalle influenze esterne, spesso esterne anche allo spirito con cui quelle leggi sono state scritte "collettivamente " . Questo, specialmente in determinati periodi storici, diventa un/il problema, e può assumere un valore molto maggiore rispetto proprio a quella” valenza media “.

Infatti, in questa nostra società i singoli finiscono, come non mai fino ad oggi, per essere fortemente condizionati da una massa informativa potentissima. Non tenere in considerazione la sempre minore capacità del singolo di difendersi da queste influenze. Non tenere in considerazione il fatto che l’individuo moderno diventa sempre più debole e indifeso, fino a soccombere sotto il peso di queste forze. Il non tenere in considerazione che gli interessi che stano a monte del sistema sociale hanno la capacità di condizionare al di sopra di ogni tipo di cultura, e che sono in grado di farlo persino a livello politico, (l’unico livello che potrebbe e dovrebbe intervenire ) sarebbe un grave errore.

In questo quadro, anche il solo pensare che chiunque sia chiamato a giudicare, interpretare e decidere sia in grado di essere immune da quei condizionamenti, e non rischi di finire per esprimere giudizi e sentenze di tipo personale, a volte personalissimo e disarmonico dal mondo che lo circonda, ma soprattutto da quel livello medio di chi quelle leggi ha contribuito a scrivere e decidere, potrebbe rivelarsi socialmente fatale.

Le esperienze di oggi ci raccontano, sempre più spesso, di sentenze e decisioni anche del tutto disallineate dallo spirito medio che le potrebbe rendere condivise e condivisibili - almeno da una buona maggioranza-.

Ecco allora che il problema dell’interpretazione si ingigantisce a dismisura. Una società in cui questo allineamento tra costruzione delle leggi, condivisione sociale e loro interpretazione reale iniziano a divergere in modo troppo ampio, può anche finire per disgregarsi per mano di un numero anche molto esiguo di soggetti, quelli chiamati a interpretarle.

Se chi giudica in nome di quelle Leggi finisce per essere disallineato rispetto a quella media condivisibile, non può che finire per portare a un loro disconoscimento. Sarebbe questo il caso di una decadenza sociale accelerata non da quelle necessità di cambiamento cui sopra, ma da una forzatura, e soprattutto nel mancato rispetto dei naturali tempi che ogni cambiamento sociale richiede.

Situazione che, oltre che pericolosa per il presente, dovrebbe essere motivo di preoccupazione anche per il futuro, avvenendo all'interno di un cambiamento che non ha niente di nuovo su cui appoggiare quella necessaria condivisione collettiva. Un tipo di decadenza che finisce, inevitabilmente, per risultare deflagrante, ma soprattutto molto dolorosa.

Prendere almeno coscienza di questa situazione sarebbe già un buon inizio, e assieme a quel segnale, quella necessità di cambiamento, sarebbe un passo verso l’Illumanesimo.

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