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Il formale e il materiale

Il formale e il materiale sono due livelli diversi di una stessa legislazione (costituzioni, leggi fondamentali di uno stato, o comunque ogni atto che sia fonte suprema di un ordinamento).

La Costituzione di uno stato, o una delle sue leggi fondamentali sono sempre soggette a questi due livelli. Questo è inevitabile per un verso, ma può, e a volte accade, diventare anche una degenerazione normativa. Nessun documento, nessuna istituzione, sia pubblica che privata, potrebbero scrivere, e organizzarsi, solo legislativamente, senza consentire alla prassi di intervenire in tutti quei casi dove quelle norme risultassero “troppo rigide nella loro formalità”. Non sarebbe possibile scrivere leggi in grado di prevedere, in modo completo e perfetto, tutte le singole situazioni che si possono creare. Come non sono sempre agevoli, o possibili cambiamenti rapidi di quel tipo di norme, come non si possono prevedere i cambiamenti che il futuro riserva ad una società. Pertanto, questi due livelli sono utili, indispensabili da un lato, ma prestano il fianco anche a grossi rischi. Rischi inevitabili, ma sempre un rischi restano. Come tale, quando questo rischio diventa realtà, e in particolare nella sua prassi attuativa nel lungo periodo, può trasformarsi in un problema anche molto grave per l’ambito in cui si palesa. Specialmente rispetto al cambiamento.

Un esempio di formale e materiale lo si trova, come dicevo sopra, nella Costituzione di un paese.

Infatti, la Costituzione formale e la Costituzione materiale di uno stato sono due “livelli” diversi dello stesso documento. La Costituzione è un documento che per come è congegnata pone, giustamente , specialmente rispetto alla sua possibilità di revisione, difficoltà abbastanza complesse. Questo però è anche a garanzia, sia dei cittadini di una nazione, che delle stesse istituzioni. Prendiamo ad esempio la Costituzione Italiana. Quella formale è “la carta”, il documento solenne approvato dall’Assemblea Costituente ed entrato in vigore il 1° gennaio 1948.

 

La “Costituzione materiale” è l’insieme dei principi e delle prassi utilizzate dalla classe politica in un determinato momento storico. Quando nasce la necessità di colmare eventuali lacune presenti nella Costituzione formale - lacune sempre possibili, e necessità di adattamenti imposti dai mutamenti storici - la classe dominante del momento ricorre all’interpretazione storica, e questa interpretazione diventa la “Costituzione materiale”.

Se esiste questa necessità, se questa prassi è indispensabile, è però anche un modo, un po' semplicistico, per cercare di limitare le conseguenze dei limiti insiti nelle capacità umane di gestire gli ambiti sociali. Come tale è, al tempo stesso, indispensabile la dove sia necessaria una certa “elasticità”, ma anche, appunto, un rischio, un prestarsi a possibili degenerazioni.

Infatti, ogni contesto sarà portato, tentato, di utilizzare quella possibilità non solo in funzione migliorativa del contesto sociale, ma anche, e purtroppo soprattutto, in quella utilitaristica rispetto a se stesso. Quindi, il rischio maggiore è quello che la parte materiale, specialmente quella che sia stata più utilizzata per più tempo, finisca per diventare, a sua volta, norma formale fondamentale non scritta. Il rischio è che finisca per essere considerata immodificabile perché inglobata nella tradizione e "nell'utilità" di un singolo contesto, di un sistema dominante, e finisca per essere fatta passare per imprescindibile.

Questo rischio, purtroppo, sembra non essere più solo teorico, ma in molte occasioni diventa agire concreto, molto concreto; e il nostro periodo storico non fa eccezione.

Come andiamo ripetendo da sempre in questo luogo, ormai da un bel po' di tempo stiamo assistendo a segnali che indicano una forte necessità di cambiamento, e con loro ci stiamo incamminando verso iniziative anche più concrete. A queste richieste, come è naturale che sia, si oppongono le forze conservatrici, e molti sono gli strumenti formali, le leggi, le norme scritte, i regolamenti ecc. a cui queste possono ricorrere e mettere in campo per rafforzare questo contrasto. Accanto a questi si ricorre, sempre più spesso, e sempre più a cuor leggero, anche a quelle che potremmo definire le opposizioni materiali, quelle legate alla forme di gestione sociale non scritte, sapendo che queste, spesso, sono persino più forti delle norme formali, quelle scritte, perché quelle materiali fanno perno sulla psicologia delle persone . Questo diventa uno strumento potentissimo, che si avvale anche del fatto che, spesso, le norme formali, le legislazioni fondamentali sono mal scritte o, peggio, scritte appositamente in modo lacunoso proprio al fine di poterle meglio gestire nella loro parte materiale.

Per questo ogni cambiamento, anche il nostro, ha sempre due nemici: il formale e il materiale. Quando questo scontro inizia a diventare più evidente, significa che è la spinta, la necessità di cambiare che inizia a mostrarsi in modo più concreto. Questo, per noi diventa una segnale, uno di quelli che andiamo cercando in questa pagina.

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