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La scienza e la logica

“La metafisica è semplicemente ogni postulato, dotato di senso e significato, che non è scienza perché non è mai falsificabile, ma che può, all'occasione, venire in aiuto alla scienza e al ricercatore fornendogli idee e prospettive per inquadrare i problemi. (Popper)

Questo è uno dei più palesi esempi dei limiti della scienza oggi. Una contraddizione bella e buona che sta alle spalle della scienza. Infatti, il principio di falsificabilità applicato solo attraverso il metodo oggettivo è, a sua volta, un postulato metafisico, allorquando postula il concetto che quel metodo sia l’unico applicabile alla ricerca, escludendo da essa ogni possibilità di falsificazione di tipo logico-deduttivo.

Che poi si ritenga che la metafisica sia banalmente “qualcosa” che può venire, arbitrariamente, in aiuto in un campo che la esclude, questo, più che scientifico, è un postulato di comodo; persino più metafisico di uno dichiaratamente metafisico.

La scienza quindi ne ha di strada da fare in questa direzione. Ha soprattutto la necessità di chiarire i propri assunti rispetto al proprio limite d’indagine. Limiti ormai troppo stretti, e se da un lato sufficientemente rigidi e ragionevoli per l’indagine fisica, ormai chiaramente costringenti, limitanti rispetto a ciò che sempre più chiaramente scopriamo sfuggirgli; in particolare rispetto all’indagine ontologica sull’uomo. Un limite che, nel tempo, rischia persino di squalificare il concetto stesso di scienza.

Alla scienza serve il coraggio di un ampliamento. Un ampliamento che non la porterebbe in una condizione molto diversa proprio da quella del principio di falsificazione. Infatti, in conseguenza della necessità di basare un metodo logico-deduttivo su presupposti, anche questi sarebbe sottoponibile a quel principio, perché anche i presupposti variano con il procedere dalla conoscenza umana. Cambiando quelli, anche grazie al procedere del metodo oggettivo, anche il procedere logico subirebbe inevitabili processi di falsificabilità.

L’Illumanesimo di questo ha ormai ampia certezza, perché la sua base si fonda più sul concetto di conoscenza ed esperienza che su quello che: per conoscere il mondo sia necessario restare rigidi dentro metodi autolimitanti; per quanto validi e imprescindibili in ambiti specifici, ma sempre parziali.

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