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La scuola deve Illumanizzarsi

Gli ultimi governi ci hanno penalizzato, gridano dal mondo della scuola.

In linea di principio hanno ragione, quando affermano che: “se continueranno a penalizzare l'istruzione scolastica e universitaria, uccideranno le future generazioni come hanno sacrificato le precedenti, e uccideranno il futuro del paese, uccideranno la speranza”.

Il problema vero, però, è che ormai nemmeno la politica può più uccidere un’istituzione già morta. Uccisa, da un lato da una politica scellerata che ormai da troppo tempo – e quindi non solo gli ultimi governi - l’ha abbandonata a se stessa, sfruttandola solo come bacino elettorale e di formazione di consenso. Mentre dall'interno la scuola è morta per suicidio. Uccisa da una classe docente scellerata che, per decenni, l’ha utilizzata più come luogo di sfogo rivendicativo e di “partigianeria” ideologica, che come luogo formativo della società del futuro, anche del proprio futuro, e di quello collettivo.

Questo “delitto” non riguarda, naturalmente, direttamente e personalmente tutti i docenti, ma nonostante questo nessuno può essere considerato totalmente innocente, perché anche chi non ha operato attivamente in quel delitto, si è assunto comunque la responsabilità del non aver fatto ciò che serviva per evitare, e modificare, quel periodo storico.

Da un punto di vista sociale, manca ancora una sufficiente presa di coscienza di questo passato, e questo rende più difficile anche la riscossa dell’istituzione più importante della comunità umana, quella dedicata alla formazione degli uomini del futuro.

Per fortuna, qualcosa inizia a muoversi, e la politica deve accompagnare questo risveglio, questa “resurrezione”. Ma la politica ha in se il germe della convenienza, e se non ci sarà una controparte, che in questo caso può essere solo la scuola stessa, in grado di liberarsi prima dalle tentazioni di assecondare quel germe, ricadendo dentro le rivendicazioni e le divisioni ideologiche, ogni tentativo sarà inutile. In questa “contrapposizione”, - perché di questo si tratterà – la scuola dovrà assolutamente e imprescindibilmente pretendere l’apertura di una discussione sui modelli e sui fini, sugli obiettivi dell’insegnamento, finalizzandoli prima di tutto al miglioramento del sistema formativo in funzione primaria del rafforzamento delle individualità degli studenti.

Il valore dei giovani moderni è significativamente migliore, e più incline verso un tipo di formazione più individualizzata. Ma questo può diventare un obiettivo realizzabile solo a due condizioni: che la scuola impari e sia messa nelle condizioni di operare per rafforzare le loro individualità, la presa di coscienza del proprio valore, e dell’unicità del valore personale di ognuno, e se imparerà a farlo stimolando nei giovani un interesse verso il loro presente, e non in prospettiva troppo futura, perché i giovani tendono e mirano di più al presente, al futuro immediato, e poco o niente al futuro esistenziale.

Questo è un passaggio illumanista che nessuna scuola, di nessun grado e livello, da solo, può rendere sistema. Serve una collaborazione e una formazione collettiva, raggiungibile solo se scuola - almeno un numero significativo di scuole -, e la politica riusciranno a mettere in piedi i necessari strumenti formativi per i formatori. La buona volontà individuale non sarebbe sufficiente.

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