top of page

I classici nella scuola

 

L'insegnamento dei classici nella scuola è stato utile fino a quando la mente dell'uomo era legata al mondo dell'astratto, dell'immaginario come punto di riferimento per la creazione idealizzata della realtà, ed era in grado di poterli utilizzare.

La mente dell’uomo moderno, inondata, travolta da continue valanghe di immagini e immaginari artificiali, digitali e non, non ha più la necessità mentale di rifarsi all’astratto garantito dai classici - che riuscivano a fungere anche da fonte di riferimento per il sapere -, ma sta giungendo perfino al limite della sua capacità di utilizzo. Ormai facciamo fatica a partire da un testo e da questo estrarre l’utile mentale per riempire la nostre necessità di idealizzazione.

La travolgente massa mediatica, oltre a riempire i vuoti astratti della nostra mente, nella maggior parte dei casi ha precluso persino la capacità di utilizzo di quel tipo di astratto; per non parlare del sapere. La conseguente distanza da quel tipo di riferimento non è quindi dovuta al loro scadere come valore, ma dalla modificazione dello strumento utilizzato per avvicinarle. L’uomo cambia, e con lui cambiano i “classici” di riferimento. E’ un processo inevitabile, al quale è necessario adeguarsi per evitare di continuare a propinare strumenti che sono diventati impossibili da utilizzare a pieno; almeno così come vengono proposti, cioè facendoli studiare come fine di conoscenza e di riferimento del “sapere”.

L’uomo ha sempre prodotto il proprio sapere legandolo, inevitabilmente, al momento storico e culturale in cui viene prodotto. Si, magari i più grandi tra i filosofi, i romanzieri, gli artisti ecc. di solito sono più avanti della media, e questo ha consentito loro di assurgere a riferimento culturale, e di diventare, nel tempo, quelli che definiamo dei classici. Uomini che avevano, rispetto a quella media, capacità che gli hanno consentito di avvicinarsi a confini mentali ancora oggi irraggiungibili dai più. Ma ogni tempo ha la necessità di avvicinarsi all’astratto, anche a quello filosofico, culturale ecc. con gli strumenti più adeguati; e la mente di oggi sta diventando troppo “povera” per poterlo fare. L’unico appiglio che trova sono i riferimenti “imposti” in un sistema che della povertà mentale si nutre.

Se a questo aggiungiamo ciò che accade in ambito mediatico ( Il Prof. Antonio Martone lo ha sintetizzato bene qui: https://www.facebook.com/antonio.martone.77/posts/1996732963715702 ) il risultato non può che essere il fallimento totale di quell’insegnamento.

Però, c’è anche da dire che quelle citate dal Prof. Martone sono solo le teste di ariete di quel sistema. Un modello ben più potente che gli sta alle spalle. Nessuno di loro, nella loro mediocrità, sarebbe in grado di fare i danni che fanno se, anche loro, non fossero inconsci strumenti a perdere di un sistema pronto a sostituirli al primo segnale di debolezza. Un sistema che non consente distrazioni, ma soprattutto non consentirà, forse mai più, che a riformulare la mente delle persone tornino ad essere i classici di un tempo, quelli che richiedevano attenzione e impegno per poter essere trasformati in valore umano. A loro serve una mente non in grado di farlo, una mente che cerchi la loro “leggerezza”; per quanto falsa e effimera.

Il riscatto della mente dell’uomo moderno avrà necessità di un nuovo tipo di rafforzamento, di salvataggio; da quel sistema e da se stessa. E non parliamo solo della scuola, naturalmente, ma di quel sistema mediatico di cui sopra, di quello economico, di quello tecnologico e, non ultimo, di quello scientifico. Un nuovo sistema formativo illumanista tutto da re-inventare.

bottom of page