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Il lassismo che cambia

Quello che a noi piace chiamare cambiamento, e che cerchiamo di ricondurre a qualcosa di semplice racchiudendolo in una sola parola, nella realtà ha una quantità quasi infinita di sfaccettature, e nel suo percorso di realizzazione è un processo molto complesso. Ha anche molti significati, o meglio è associato a molti aspetti, anche molto diversi tra loro, sia della vita individuale di ogni persona, che in quello di intere società, ma tutto questo non ci impedisce di illuderci di essere in grado, nono solo di comprenderlo tutto in quel termine, ma di riuscire, specialmente a a livello sociale, anche a controllarlo, limitarlo o ampliarlo a piacimento. Invece, anche il solo parlare di questo complesso sistema diventa una cosa molto difficile.

Molti vi si sono cimentati . Ricercatori, sociologi, ma soprattutto molti “stregoni”. Naturalmente, in questo post non interessa affrontare la questione nel suo complesso, cosa titanica, ma può essere utile affrontare almeno la parte che riguarda l’influenza delle modificazioni individuali rispetto alle modificazioni sociali in ambito etico e “morale”. Cioè, come si sviluppa il rapporto tra l’accettazione, da parte di ognuno di noi, dei cambiamenti, delle “violazioni”e delle forzature, individuali e collettive, in ambito etico e morale, e come avvengono i cambiamenti etici e “morali” di intere società in conseguenza di questi.

Ognuno di noi, singolarmente, all’interno delle breve vita umana, può, e spesso lo fa, concedere e concedersi “licenze” morali ed etiche anche molo significative rispetto alla personale posizione di partenza, cioè quelle che il contesto sociale riconosce ed è in grado di accettare. Nell’arco di una sola esistenza ognuno di noi può riuscire a modificare, e superare, i propri “limiti” di accettabilità, superando con questi i limiti di accettabilità sociale. Invece, una società non riesce mai, in un tempo cosi breve, a fare lo stesso. Gli servono, sempre, tempi molto più lunghi, ed avrà bisogno di un’armonizzazione complessiva dei singoli cambiamenti prima di riuscire a trasformare i nuovi livelli in cultura, e successivamente in norme. Solo raggiunto questo livello, cambiamenti significativi si potranno registrare ad ogni altro livello sociale. Tutto questo avviene sempre automaticamente e nessuna pratica conservatrice sarà in grado di arrestarlo.

Quindi, se singolarmente ognuno di noi può ampliare la propria accettabilità in tempi anche brevi. Se individualmente, anche all’interno di una singola esistenza, l’uomo riesce a superare, in modo anche sufficientemente stabile, quel limite, in ambito sociale, il cambiamento del “compromesso” collettivo, e delle norme che ne conseguono, possono richiedere anche molti secoli. Il loro cambiamento è la conseguenza di un processo collettivo, di una necessaria armonizzazione collettiva, culturale e normativa. Le leggi che scaturiscono dopo ogni cambiamento, e che durano di norma molto più della breve vita dei singoli individui, non si applica sempre nello stesso modo, però sono sempre la stessa. Col passare degli anni, o di secoli, cambiano, ma cambiano solo quando, a causa dell’evolversi anche della società, queste non possono più essere applicate. Però, gli uomini di quella società sono già cambiati molto prima, e questa asimmetria è la causa di molte difficoltà e “dolori” individuali.

Pertanto, in questo processo, nessuno può e deve pensare che i cambiamenti individuali siano insignificanti rispetto al cambiamento collettivo. Ogni volta che ognuno di noi si comporta in modo lassivo, distratto, ogni volta che in ambito etico o morale riusciamo ad accettare qualcosa in più, quando lasciamo correre il nostro giudizio rispetto ad aspetti che anche solo il giorno prima avremmo ritenuto inaccettabili, non siamo passibili di superficialità e immoralità, ma diventiamo attori e promotori del cambiamento. Un atteggiamento, il lassismo, l’accettazione oltre la media e la norma, che dovrebbe quindi essere sempre considerato e riconosciuto come positivo, e non, come avviene di solito, negativo.

Questo perché ogni volta che concediamo una tolleranza etica e morale, in uno qualsiasi degli ambiti della vita, con quel lassismo, magari anche momentaneo, contribuiamo a creare i presupposti del cambiamento. Cambiamento che diventerà la nuova etica e la nuova morale. Poi arriveranno anche le norme, ma il cambiamento lo avremo iniziato ognuno di noi già molto prima, già il giorno in cui avremo messo in pratica quello che i conservatori definiscono “lassimo culturale”. 


Anche questa è la strada per l’Illumanesimo, e il nostro periodo storico è pieno di esempi, individuali e collettivi, di lassismo culturale.

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