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La scuola e il valore del sapere

Quante volte si sente dire: I giovani non hanno più interesse per il sapere. Bisognerebbe cambiare la scuola, bisognerebbe riqualificare gli insegnanti, bisognerebbe dotare il mondo della formazione di maggiori mezzi in modo da metterlo in grado di poter svolgere meglio il proprio ruolo di formazione degli uomini di domani, bisognerebbe cambiare ilmodello didattico ecc. ecc.  Tutte cose vere, tutte cose auspicabili, ma come?

 

Quale dovrebbe essere il punto più importante da tenere in considerazione in questo sperato, auspicato cambiamento? Io credo che il punto più importante da cambiare sia “ il punto di vista dello studente”, cioè il modo in cui lo studente vede e vive la scuola. Probabilmente la nostra scuola, quella umana in generale, ha molti difetti, ma il difetto più evidente è quello di essere pensata per trasmettere nozioni di passato finalizzando al futuro degli studenti ma disinteressandosi quasi totalmente del tipo di approccio al sapere dei giovani.

 

Ai giovani, per costituzione mentale e psicologica, interessano poco o niente sia il passato che il futuro. La mente e il cervello dell’uomo sono predisposti per esprimere una ragione relativamente semplice e localizzata temporalmente nel presente, ed ogni inserimento che provenga da esperienze non vissute, non esperite direttamente fa difficolta ad attrarre la nostra attenzione, in particolare quella di persone giovani le quali sono fortemente attratte dal proprio quotidiano, dal proprio vivere in forma emozionale legandosi agli accadimenti di vita vissuta; le relazioni, i sentimenti, le emozioni ecc. ecc.  

 

Ogni nozione che li investa al di fuori di questo, come possono essere le nozioni culturali, non sono capaci di coinvolgerli in quel rapporto diretto ed immediato e quindi diventano di scarso interesse o al massimo un dovere da sopportare. In questo difficile, ma naturale rapporto con la cultura entrano in gioco gli insegnanti i quali dovrebbero, e se opportunamente addestrati e motivati potrebbero, essere capaci di sollecitare l’interesse rispetto a ciò che si sta insegnando finalizzandolo in maniera che la cultura non costituisca il passato o il futuro ma una fonte di elaborazione critica del presente. Contestualizzare fortemente ciò che si insegna legandolo quanto più possibile al vissuto degli studenti, catturando la loro attenzione, facendo leva sul loro naturale istinto ad interessarsi del proprio presente.

 

Un metodo didattico in grado di ridare valore e interesse al sapere per il giovani, un metodo non eccessivamente difficile da impostare e capace di riqualificare la scuola attraverso una naturale dote umana che è quella dell’istinto alla conoscenza attraverso il proprio presente nel vissuto quotidiano; sia esso anche l’apprendimento di un noioso elenco di dati tecnici che riacquista un valore e un significato diverso perché contestualizzato al puto da coinvolgere in modo emozionale chi dovrà farlo proprio e non solo impararlo a memoria.

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