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Le neuroscienze e le parti in causa

Le neuroscienze si occupano prevalentemente dello studio del cervello, della mente, e questo è un campo, molto vasto ed anche molto scivoloso, anche perché coinvolge molti aspetti della condizione umana.

Quello che indagano i neuro scienziati, essendo anche di una complessità estrema, è naturale che dia risultati mai eclatanti, e progressi molto lenti. Quando si studia una cosa così complessa come la testa dell'uomo ci troviamo di fronte a 1000 sfaccettature sempre diverse, e non sempre siamo in grado di capirne i meccanismi, ma soprattutto non siamo in grado nemmeno di stabilire quali siano le vere parti in causa che danno vita a questa complessità.

Attualmente le neuroscienze lavorano, naturalmente, sul e con il materiale di cui dispongono, cioè tutte le parti fisiche conosciute, ma si vedono costrette a indagare anche sugli effetti, e questi non sono mai facilmente collegabili alle prime. Ciò che l'uomo infatti esprime non è solo e chiaramente di tipo fisico o meglio di origine fisica, ma sembra, anzi esprime sicuramente anche aspetti che definire fisici è molto complicato, e quando lo si vuol fare, quando si vuol ricondurre ogni espressione della mente a origini fisiche, si rischia di doverlo fare in modo forzato, quasi arbitrario.

Per questo forse bisognerebbe allora chiarire prima il raggio d'azione della ricerca indirizzandosi non solo rispetto a come funziona ciò che conosciamo e di cui siamo certi di poter disporre, ma forse dovremmo porci anche il problema se quello che stiamo studiando è sufficiente a giustificare quegli aspetti che, forse, non hanno quell’origine fisica che si va cercando. Cioè, se ci sono aspetti che definire fisici risulta molto complicato forse sarebbe il caso di iniziare a trovare il coraggio di ipotizzare, o almeno di indagare sull'ipotesi ,che non tutte le fonti sia, come si crede, di origine fisica. Cioè se noi osserviamo manifestazione del complesso cerebrale che facciamo difficoltà a definire di origine certamente fisica forse sarebbe il caso di smetter di ricorrere alla solita e comoda formula: non ne sappiamo l'origine ma sicuramente indagando il fisico riusciremo prima poi scoprirla; troppo distanti sembra essere il rapporto tra la causa e l’effetto, e continuare a negarlo a prescindere dal tipo di effetti che registriamo sembra più una perdita di tempo e credibilità che una seria impostazione scientifica.

Forse sarebbe allora il caso di introdurre tra le ipotesi dell'origine dei fenomeni cerebrali anche quella di elementi diversi da quelli chiaramente disponibile. Le parti in causa in questo complesso potrebbero infatti non essere tutte della stessa origine, e per questo forse dovremmo ipotizzare che non stiamo raggiungendo risultati significativi che potremmo avere anche perché non stiamo prendendo in considerazione tutti i possibili agenti, tutte le parti in causa possibili per una ricerca completa.

Si tratterebbe quindi di allargare non solo lo spettro delle ricerche all'interno di ciò che conosciamo ma anche quello verso ipotesi allargate ad agenti ancora sconosciuti ma, forse, utile per poter allargare la ricerca, cioè ipotizzare che le parti in causa in questo complesso meccanismo siano superiori a quelli conosciuti o ipotizzati fino ad oggi. Quali? La risposta a questa domanda la devono fornire la ricerca attraverso ipotesi di lavoro innovative che devono/dovrebbero riuscire a formulare nuovi paradigmi d’indagine. Insomma una nuova formula di ricerca in chiave più illumanista.

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