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Una società più illumanista

La collettività, o società, si costituisce grazie a dei singoli che, vivendo insieme, si trovano nella necessità di organizzarsi per cercare di ridurre le conseguenze delle differenze che li caratterizzano. La società quindi è un concetto astratto che potrebbe definirsi come qualcosa che senza i singoli non esiste come elemento “autonomo”. In parte questo è vero, o almeno lo è in relazione alla sua costituzione, ma nella realtà del suo svolgimento non lo è.

Stabilito ed accettato il fatto che sono gli individui a costituire una società, e che la costituiscono dal punto di vista psicologico, politico, economico, etico ecc., in molti casi questa società si rivolta contro di essi, li opprime, oppure riesce a giungere al punto di renderli succubi svolgendo anche un’attività vessatoria sui singoli?

Questo accade perché la società non è solo una parola, un concetto astratto: non basta che gli individui si mettono insieme per costituisce una società, un nucleo. No, perché questa società astratta non è più un'astrazione quando ad essa si consegnano leggi e regolamenti e si delegano uomini e mezzi al fine di provvedere all'applicazione e alla conservazione di queste norme. Per cui la società nata semplicemente come estrinsecazione astratta di un gruppo di uomini diventa un'entità reale e "vivente" in forma autonoma. La società vive attraverso le leggi, attraverso i regolamenti, i codici, le norme, e in questi codici, in questi regolamenti e in queste norme si muovono principi filosofici che organizzano queste norme, questi regolamenti, principi etici, sociologici, religiosi, al punto che la società, nata come estrinsecazione astratta, diventa un essere vivente, e come tale ha azione vessatoria sul singolo.

Questo accade perché la società-astrazione, con i suoi regolamenti, norme, leggi, codici e via di seguito, mira prevalentemente al benessere della collettività, cioè di tutto il gruppo, anche a discapito del singolo. Cioè viene gestita in modo che svolga una sorta di protezione della collettività come tale, e se in questa collettività l'individuo non è allineato finisce col subire dalla società stessa un'azione vessatoria, e quindi il singolo finisce per subire la società che egli stesso ha creato, ma che ha creato anonimamente, come forza astratta, consegnando ad essa norme e leggi per il benessere della stessa collettività.

La società, questa società così organizzata finisce per non essere più un elemento astratto ma diventa quindi reale. Questo nucleo di società vivente, questa « astrazione », ha una vita molto lunga, cioè “vive” sempre di più di una generazione. La modificazione dell'apparato sociale è anche molto lenta al confronto dell'evoluzione del singolo, perché le norme, le leggi, i portati filosofici o sociali, etici, religiosi, sono inamovibili entro un arco di tempo breve, ed hanno sempre bisogno di uno spazio lungo per potersi modificare. Cioè, si verifica un fenomeno che è diametralmente opposto a quello del singolo: il singolo ha creato le leggi nel senso che fa parte di quella collettività che esprime una società astratta, ma questo singolo si evolve e si modifica lungo l'arco della sua vita, ma come singolo non è quasi mai in grado di modificare anche quelle leggi.

Perché si modifichino le leggi morali, etiche, penali, civili, ecc. è necessario che tutto il gruppo degli individui che costituirono la società si modifichi a loro volta nel senso di uno standard medio, a livello superiore del precedente.

Perché ciò avvenga possono occorrere molti più anni di quanti dispone un singolo individuo -150 o anche 200 anni -, e solo dopo che anche lo standard medio degli individui si è modificato ed è passato ad un altro livello che è capace di influenzare la società nel senso etico, filosofico, religioso, politico, economico e via di seguito. Quando si verifica questo stadio si modificano anche le leggi, cioè la società come elemento svincolato dal singolo. Cioè si giunge a quell'ammodernamento della burocrazia sociale che regola i rapporti degli individui.

In tutto questo però molti individui, molti singoli, i quali, come detto, si trovano a cambiare in tempi più brevi della società, si trovano a subire questo “vampiro dei diritti individuali, e lo subiscono perché, in pratica, individualmente quasi nessuno ha la possibilità di incidere in modo significativo, nell'arco di una vita, fino a riuscire a far cambiare in modo sostanziale la società e le sue leggi, le sue norme, i suoi assunti etici e filosofici chiamati “valori”; salvo i casi dei rivoluzionari, dei grandi personaggi della storia politica e non, che comunque, come insegna la storia umana, anche costoro hanno bisogno di altri uomini i quali abbiano anch'essi raggiunto un grado di “necessità di cambiamento” sufficientemente matura.

Nell'arco di tempo che passa tra il cambiamento del singolo è quello della società e delle sue norme gli individui si trovano intanto ad essere costretti o a subire questo disallineamento, oppure saranno costretti a vivere scontrandosi con le differenze del loro stato/sentire e quello arretrato della società.

Una società illumanista sarà tale quanto l’uomo riuscirà a ridurre/accorciare quanto più possibile questo disallineamento tra i singoli, la società e le sue “ norme “, riadattandole in tempi e modi molto più veloci e più finalizzati ai singoli e alle loro necessità di quanto sia avvenuto fino ad oggi.

In quel momento la società continuerà ad essere un elemento concreto e autonomo rispetto al singolo, ma sarà strutturata e orientata più aderentemente a ciò che sono, pur nelle loro diversità e necessità, i singoli che la compongono.

Questo è augurabile che avvenga sempre in modo naturale, cioè senza moti rivoluzionari, per il fatto che questi cambierebbero si le norme, ma di solito le rivoluzioni modificano le leggi ma mai i singoli, e se anche questi saranno pronti a quel cambiamento le rivoluzioni rischiano sempre di portare la società a tipi di organizzazione che difficilmente corrisponde poi , in elasticità e ampiezza, al livello e alle necessità dei singoli che l’hanno promossa, sostenuta e combattuta.

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